I Tamponi
Fase 1:
Il paziente si sottopone al test per il “Covid-19”. Il test consiste nel prelievo, tramite un bastoncino cotonato di materiale biologico (mucosa) presente nelle prime vie respiratorie (in questo caso dalla faringe), cioè la zona migliore da analizzare per andare a indagare la presenza di eventuali agenti patogeni e virus. Per accedere più facilmente, l’operatore si avvale anche dell’ausilio di un abbassalingua, questo per evitare che il bastoncino venga a contatto con altri superfici come denti o lingua, che potrebbero contaminare l’esito del test.
Fase 2:
Dopo aver accuratamente sigillato il bastoncino cotonato in una provetta di vetro, il campione viene inviato direttamente a un laboratorio di microbiologia. Qui viene sottoposto a una particolare procedura denominata Reazione a Catena della Polimerasi (Prc) che consente l’amplificazione dei microrganismi virali e l’individuazione di casi positivi da presenza di patogeni (in questo caso, di COVID-19).
Nelle immagini sopra riportare sono rappresentate le 3 fasi principali nelle quali viene svolto un tampone per verificare se il paziente risulta positivo o negativo al “Covid-19”. Ho scelto questo momento particolare perché voglio sottolineare la riproducibilità dei tamponi, cioè il fatto che grazie alle tecnologie e all’evoluzione odierna, ogni qual volta si deve effettuare un tampone, non si deve far riferimento ad un tampone standard, infatti ormai c’è la possibilità di farne in grande quantità e in tutta sicurezza sulle modalità di svolgimento.
Ecco di seguito il numero di tamponi effettuati in tutto il nostro paese:
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