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domenica 29 marzo 2020

STEP 04


Dove si ritrova il termine nella mitologia? 


Il Dottor Manhattan, il cui vero nome è Jonathan "Jon" Osterman, è un personaggio della serie a fumetti "Watchmen" pubblicato dalla DC Comics e creato da Alan Moore e Dave Gibbons. Lui rappresenta il personaggio più vicino al concetto di supereroe classico alla Superman tra i supereroi della serie Watchmen proprio grazie ai suoi poteri. Il Dottor Manhattan è, più che un classico supereroe, una sorta di semi-divinità immortale, invulnerabile e indistruttibile che non ha punti deboli in senso stretto: non prova dolore né alcun'altra sensazione fisica, non invecchia e non necessita di cibo, acqua, sonno o aria.

La figura del Dottor Manhattan può ricondurci alla “Riproducibilità” grazie alle abilità che questo essere possiede: 
(Le  principali sono state evidenziate)

Il suo potere principale consiste nella capacità di modificare a piacimento la struttura atomica della materia, facoltà che lo rende virtualmente onnipotente. Da questa sua capacità ne derivano altre ad essa strettamente correlate: alterare a suo piacimento le dimensioni, la densità e la forza del proprio corpo; generare cloni in grado di agire e ragionare indipendentemente. Ha anche la capacità di teletrasportare la materia, se stesso e altre persone (anche contemporaneamente) a distanze variabili ma che raggiungono livello interplanetario; a ciò si aggiungono facoltà telecinetiche e la possibilità di attraversare la materia. Il suo controllo della materia non è solo a livello subatomico, ma è anche in grado di riassemblare parte per parte oggetti complessi, quali un veicolo o un meccanismo.

Fonte: visione della serie "Watchmen" e documentazione su wikipedia.











giovedì 26 marzo 2020

STEP 03


Come descriveresti la tua parola con un ' immagine? 






   „Un artista è uno che produce cose di cui la gente non ha bisogno ma che lui – per qualche ragione – pensa sia una buona idea dargli.“ —  Andy Warhol

lunedì 23 marzo 2020

STEP 02

ORIGINI E STORIA DEL TERMINE



ORIGINI DEL TERMINE:

Il termine "Riproducibilità" non deve alla lingua latina le sue vere origini e la sua diffusione, infatti per i latini esisteva il termine "producibiles" che è la traduzione di "riproducibile" che non ha esattamente lo stessa significato della parola presa in questione, così come il verbo "Reddo" letteralmente "Restituire", non riesce a cogliere il vero significato del termine. Le vere origini del termine e la sua diffusione in particolare nell'ambito letterario si devono a Walter Benjamin che nel 1936 scrisse il famoso saggio  "Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit" tradotto in italiano " L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica".
Reproduzierbarkeit è quindi la perfetta traduzione del termine così come lo intendiamo noi oggi, cioè  il grado di concordanza tra una serie di misure di uno stesso misurando (la grandezza oggetto di misurazione), quando le singole misurazioni sono effettuate cambiando una o più condizioni.

STORIA DEL TERMINE:

Come detto prima, il termine nel 1936 si diffonde in campo letterario, ma in breve tempo raggiunge altri campi, per esempio quello fisico e ingegneristico. Nella seconda metà degli anni 90 con la fine della guerra e  la diffusione di un clima di fiducia verso l'uomo e le sue capacità si cominciò a sperimentare molto in campo fisico e ingegneristico, tuttavia si commettevano ancora errori dovuti al fatto che non c'erano ancora strumenti molto precisi e affidabili. Il termine "Riproducibilità" veniva usato nel momento in cui si analizzava un qualsiasi oggetto e si riscontravano delle discordanze fra le varie misurazioni, infatti la presenza di discordanze di riproducibilità, evidenziano l'esistenza d'errori sistematici che influiscono sulla precisione di misura. Gli errori che si evidenziano quando si effettuano valutazioni della riproducibilità sono chiamati errori di riproducibilità, e costituiscono un elemento nella valutazione dell'incertezza di misure.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Riproducibilit%C3%A0



QUANDO COMPARE IL TERMINE IN FILOSOFIA?

In campo filosofico il termine viene usato per la prima volta nella cosiddetta "Filosofia della Scienza", essa è la branca della filosofia che studia i fondamenti, gli assunti e le implicazioni della scienza, sia riguardo alla logica e alle scienze naturali, come la fisica, la chimica, la biochimica o la biologia, sia riguardo alle scienze sociali, come la sociologia, la psicologia o l'economia. Le principali sezioni della filosofia della scienza sono la filosofia della matematica, la filosofia della fisica, la filosofia della chimica e la filosofia della biologia. In parte legata alla filosofia della conoscenza nota come gnoseologia e, in misura maggiore, all'epistemologia, essa cerca di spiegare la natura dei concetti e delle asserzioni scientifiche, i modi in cui essi vengono prodotti; come la scienza spiega la natura, come la predice e come la utilizza per i suoi fini; i mezzi per determinare la validità delle informazioni; la formulazione e l'uso del metodo scientifico; i tipi di ragionamento che si usano per arrivare a delle conclusioni; le implicazioni dei metodi scientifici, con modelli dell'ambiente scientifico e della società umana circostante. Lo studio di tali questioni iniziarono già nel periodo medievale con Galileo Galilei, Cartesio e Bacone ai quali seguì poi intorno al Seicento Isaac Newton.

Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_della_scienza































STEP 01-BIS


Traduzione del termine ed indagine storico-etimologica 



Traduzione nelle altre lingue:
  • Reproducibility (Inglese);
  • Reproduzierbarkeit (Tedesco);
  • Reproducibilidad (Spagnolo);
  • Reproducibilitè (Francese);
  • 再生性 Zàishēng xìng (Cinese);
  • Producibiles (Latino) In latino questo termine esiste come sostantivo "Riproducibile". Oppure il verbo "Reddo" potrebbe avvicinarsi al suo significato anche se la traduzione letterale del verbo è "Restituire" che ha un altro significato rispetto al nostro termine.



Dove si sviluppa per la prima volta? E dove appare in letteratura?

  Il primo autore che inserisce il termine nell'ambiente storico del suo tempo è Walter Benjamin che nel 1936 scrive il saggio "Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit" tradotto in italiano " L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica". In questo saggio l'autore propone che l'aura di un lavoro artistico venga svalutata dalla sua riproduzione meccanica. Il soggetto e i temi del saggio influenzarono vastamente campi come la storia dell'arte e la teoria dell'architettura, gli studi culturali e quelli sul ruolo dei massmedia. Negli anni del regime nazista in Germania, Benjamin intese produrre una teoria dell'arte che fosse utilizzabile per la formulazione di esigenze rivoluzionarie nella politica culturale. La traduzione italiana di questo libro arrivò nel nostro paese solamente nel 1966, 30 anni dopo la sua pubblicazione in lingua originale, c'è da considerare infatti il diverso ambiente in cui si trovavano a quel tempo l'Italia (campagna d'Etiopia e preparazione alla guerra) e la Germania (Nazista); e proprio a causa di queste situazioni, le ideologie sviluppate da Benjamin arrivarono dopo nel nostro paese.

giovedì 19 marzo 2020

STEP 1

                     Definizione e contestualizzazione della parola "RIPRODUCIBILITA' "

Definizione del termine: 

La riproducibilità è il grado di concordanza tra una serie di misure di uno stesso misurando (la grandezza oggetto di misurazione), quando le singole misurazioni sono effettuate cambiando una o più condizioni. Ad esempio:
  • spostandosi in un altro luogo;
  • sostituendo lo strumento di misura;
  • sostituendo l'operatore di misura;
  • modificando la condizione di utilizzo dello strumento o del misurando;
  • effettuando misure in tempi più o meno lunghi;
  • modificando il metodo di misurazione.

Contestualizzazione:


La riproducibilità non deve essere confusa con la ripetibilità, che valuta la concordanza dei risultati di misura mantenendo le stesse condizioni, ed effettuando le serie di misure in un breve periodo di tempo. In alcuni casi il concetto di riproducibilità si sovrappone al concetto metrologico di stabilitàAd esempio quando si valuta la riproducibilità al variare della temperatura ambiente (stabilità in temperatura) o nel lungo periodo (stabilità nel tempo).



Il termine viene anche usato spesso in campo fisico nel momento in cui si sta analizzando un qualsiasi oggetto e si riscontrano delle discordanze fra le varie misurazioni, infatti la presenza di discordanze di riproducibilità, evidenziano l'esistenza d'errori sistematici che influiscono sulla precisione di misura. Gli errori che si evidenziano quando si effettuano valutazioni della riproducibilità sono chiamati errori di riproducibilità, e costituiscono un elemento nella valutazione dell'incertezza di misure.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Riproducibilit%C3%A0

STEP 24

                      Testo conclusivo Il mio percorso alla scoperta del concetto di riproducibilità  è cominciato cercando di dare una defi...