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venerdì 10 aprile 2020

STEP 08


Dove si parla di riproducibilità nei dialoghi di Platone? 


IL SOFISTA

Citazione:


“Nessuna cosa è per se stessa una sola; tu non puoi, correttamente, dar nome a una cosa né a una sua qualità; se tu, per esempio, chiami alcuna cosa grande, ecco che essa potrà apparire anche piccola; se la chiami pesante, potrà apparire anche leggera; e così via per tutto il resto, perché niente è uno, né sostanza, né qualità. Dal mutar luogo, dal muoversi, dal mescolarsi delle cose fra loro, tutto diviene ciò che noi, adoperando una espressione non corretta, diciamo che è; perché niente mai è, ma sempre diviene. Su questo punto tutti i filosofi, uno dopo l'altro, a eccezione di Parmenide, si deve ammettere che sono d'accordo.”

Tema del dialogo:

Questo piccolo testo sopra riportato è tratto dal “Sofista” di Platone, dialogo dedicato alla ricerca di una definizione per il “sofista”, figura che si rivelerà sfuggente e per certi aspetti simile al “filosofo”. Nella prima fase del dialogo fra Platone e lo Straniero di Elea (uno degli ospiti), quest’ultimo si ritroverà ad affrontare il tema del non essere e compiere un parricidio ai danni di Parmenide: infatti per definire chi è il sofista, bisogna prima dire chi egli non è, violando però in questo modo il principio parmenideo secondo cui non si può affermare il non essere. Vengono così affrontati i quesiti che erano rimasti irrisolti nel Teeteto e nel Parmenide, dialoghi aporetici a cui si fa riferimento in vari passaggi della discussione: dimostrando dialetticamente l'esistenza del non essere, Platone supera le aporie di questi due dialoghi, riguardanti l'essere e l'errore, definendo il non essere come modalità dell'essere, come diversità ("essere altro da"). Tutto ciò che è, che partecipa dell'essere, risulterà anche non essere, e così anche le idee saranno identiche a se stesse, ma diverse le une dalle altre, poiché l'una non sarà l'altra; la realtà trascendente pertanto si articolerà in una molteplicità di enti, dei quali l'uno non sarà l'altro. L'essere è dunque una molteplicità, mentre il non essere è infinito.

Riflessione finale:

Per concludere possiamo dire che secondo il pensiero di Platone la realtà può essere definita come un ente dotato di riproducibilità,  dalla quale tutto si origina ma sempre mantenendo uno stretto legame con essa, ad esempio il non essere non è altro che una “modalità” dell’essere.






















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